giovedì 7 marzo 2013

I primi giorni da mamma

Tutte le donne che pensano di mettersi alla ricerca di un figlio sono preoccupate/spaventate all'idea del parto.
La verità è che nessuna ti racconta mai del dopo, dei primi giorni, della prima settimana. Non ti racconta della fatica, del dolore, della confusione, degli ormoni ballerini, i punti che tirano, il seno che fa male, le notti insonni, le tante domande che ti si affolano in testa ognin volta che lui piange.
Non mi vergogno a dirlo e non mi sento una madre degenere nell'ammettere che la prima settimana è stata un'inferno, e che posso solo ringraziare la mia mamma per non essere uscita fuori di testa.
Non mi vergogno ad ammettere che la prima notte in ospedale che ho potuto tenere Chicharito con me in stanza 24 ore su 24 (il famoso rooming in), alle 5 del mattino dopo una notte sveglia ad attaccarlo a seno, sono andata al nido singhiozzando e pregando un'infermiera di tenerlo per qualche ora per potermi riposare. E dopo sole due ore, quando Mister Play Soccer è arrivato in ospedale, è passato a prendere Chicharito al nido e me l'ha portato in stanza dicendo con un sorriso a 32 denti "Indovina chi c'è qui?", non mi vergongo ad ammettere che mi si è spento il sorriso vedendo la culla e mi è scappato un triste "Oh nooo....".

Per non parlare del ritorno a casa. Sono uscita dal'ospedale con le ragadi, perchè nonostante sembrasse che si attaccasse bene, si è attaccato malissimo.
Ho passato i primi tre giorni a casa a piangere per i punti che tiravano perchè si stavano cicatrizzando e che mi impedivano di mettermi in posizioni diverse per allattare, e per le ragadi, che ti provocano un dolore terrificante a ogni singola ciucciata. Roba da desiderare di sbattere la testa contro il muro e di rivivere altri 4 parti.
Ho dovuto combattere contro il senso di colpa perchè provavo sollievo e gioia infinita quando finalmente smetteva di poppare e si addormentava. Contro il senso di colpa perchè desideravo smettere di allattare e passare all'artificiale per non provare più dolore.

Ora le cose vanno meglio. I punti ormai non si sentono più, le ragadi fanno meno male grazie a Osmin rag, delle gocce cicatrizzanti che mi ha consigliato un'ostetrica dell'ospedale che mi ha aiutata pochi giorni dopo le dimissioni.
Fa ancora male allattare, cerco di usare posizioni diverse (a culla, di transizione, a palla da rugby).

Avere un figlio è bellissimo, non smetterei mai di guardarlo, di annusarlo. Mi perdo nei suoi occhi azzurri, nella linea del suo volto, nelle sue mille espressioni diverse. Guardarlo fa passare ogni dolore, stringerlo tra le braccia mi fa dimenticare la stanchezza.

Però qualcuna poteva dirmelo.. giusto per prepararmi un pò, e preparare Mister Play Soccer che di fronte alla mia ennesima crisi di pianto mi guardava impotente e basito..

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