Iniziamo quindi con il primo passo verso il riordino definitivo.
Il metodo di Marie Kondo si basa sul sistemare tutto ciò che abbiano
dividendolo in maxi categorie.
La prima di queste è il vestiario. Il tuo. Non quello del marito, dei
figli, delle barbie, della zia. Solo il vostro . Perché questa cosa del voler
tutto in ordine, almeno all’inizio, è un affare solo vostro.
Caratteristica principale di questo metodo è che, quando iniziate una
categoria, in questo caso, appunto, il vestiario, dovete radunare in un unico
punto TUTTO quello che avete . E quando Marie dice tutto, si intende proprio
tutto. Quindi dovete aprire gli armadi, portare in casa gli scatoloni nascosti
in soffitta, cantina, box, aprire i sacchi sottovuoto e buttare tutto sul letto
(o sul divano o su dove siete più comode basta che sia tutto nella stessa
stanza). Tutto, di qualsiasi stagione.
Spremete le meningi, non dimenticate nulla perché poi, ci sono passata,
scoprire di aver dimenticato qualcosa a fine processo di riordino di quella categoria
fa venire un nervoso incredibile e viene voglia di gettare tutto quello che hai
trovato in un secondo tempo direttamente giù da balcone.
Lo so, il pensiero fa tremare le ginocchia. Perché più tirate fuori
roba e più vi rendete conto che avete una montagna di vestiti, pantaloni, gonne,
giacche, cappottini, canotte, e viacosì..
Io sono sempre stata convinta di “non avere nulla da mettermi” e ho
indossato sempre le stesse cose per anni. Più però svuoti di botto l’armadio
più ti rendi conto che potresti essere soprannominata “la Ferragni dei poveri”.
Una volta che questa montagna di roba è davanti a voi e dalla cima vi
sembra di sentire la voce di Messner dire “Altissima purissima levissima”,
potete procedere alla cernita.
La Kondo suggerisce di prendere in mano ogni singolo capo, stringerlo
al petto e sentire se vi da gioia. Se vela da: tenere. Se non trasmette nulla: eliminare
Se si affronta con lo stato mentale giusto questo metodo, vedrete che
sarà tutto molto semplice.
Tante di quelle vlogger che hanno criticato il metodo ridono al
pensiero di oggetti che stretti al petto danno gioia o no.
In realtà è tutto meno teatrale di quel che sembra.
Non è che stringendo un oggetto al petto verrete illuminate da una luce
mistica che vi farà capire che dovete tenerlo. Non sentirete un profumo di
fiori improvviso, ne l’ebrezza di qualche sostanza stupefacente.
Semplicemente così facendo vi prenderete DEFINITIVAMENTE qualche
secondo solo per quel capo per deciderne sorte.
Per molti oggetti non ci sarà assolutamente bisogno di stringerli al
petto, ecc. Solo prendendoli in mano, da
soli, senza altri attorno, capirete il loro destino.
Tutto a un tratto si formerà una seconda montagna formata da tutti quei
capi chiamati “lotengoperquandodimagrisco”, “potreiriutilizzarloquandoverròinvitataallaseratadeglioscar” “questoèadattoperuncolloquioconilpapa”,
uniti a tutti quei capi che, obbiettivamente, tenevate per ricordo o per chissà
che ragione, ma che, a pensarci qualche secondo in più, non metterete mai più perchè non è più l’età, il periodo
storico, o altri mille motivi.
Ho due ante di un armadio non tanto grosso. E ho eliminato 4 sacchi
neri di vestiti. QUATTRO!!
Vi assicuro che è una montagna di roba.
Molte cose le ho riprovate per evitare ancora l’errore di tenerle per
qualche “ma chissà un giorno”. Provavo e eliminavo.
Perchè se un giorno dimagrirai, sapendo esattamente cosa hai
nell’armadio, andrai a comprare solo quel che ti serve e che veramente ti sta
bene e è adatto alla tua età.
Se dovrai veramente andare a colloquio con il papa sarà l’occasione per
acquistare qualcosa che rispecchi in toto i tuoi gusti in quel momento. E tutto
questo ti porterà solo gioia.
Per facilitarvi in questa cernita si può dividere la maxi categoria
“vestiario” in sotto categorie: gonne e pantaloni, magliette, intimo, ecc.
Così facendo ho scoperto di avere un quantitativo di t shirt nere da
fare invidia a cat woman..
Quando finalmente si arriva alla fine di questa cernita la Kondo
suggerisce vari modi per sistemare il tutto nei cassetti e sui ripiani. Un
metodo tutto particolare per ripiegare e occupare meno spazio avendo bene in
vista tutto quel che si ha. Niente è sovrapposto e schiacciato, tutto è
affiancato.
Anche in questo caso sembra che la roba così piegata verrà poi tirata
fuori tutta spiegazzata e invece per mia esperienza non è così. Provare per
credere.
E FINITA LA CERNITA?
Ma cosa fare di tutto quel che si è eliminato? Nel libro si parla di
gettare (anche se in realtà è una traduzione errata, si deve interpretare come
“dare via”)
Ma in che modo? Non è un problema della Kondo. Su questo non aiuta. Ma alcuni
suggerimenti li da e alla fine, almeno su questo, non ci vuole grande
inventiva.
In ogni città ci sono centri Caritas e Cav per dare le cose in
beneficienza, o, mercatini dell’usato per poter ricavare qualcosa dalla loro
vendita.
Il mio consiglio è di liberarsene in fretta. Un pensiero in meno, un ingombro
in meno in giro per casa, nessuna possibilità di ripensamenti.
Ho cercato di fare foto di un prima e dopo del lavoro fatto nel mio
armadio..
Ammetto che non sono di gran qualità, ma inizialmente dovevano essere
foto a uso strettamente personale, per non perdermi d’animo in questo percorso.
Fatele. Servono. Soprattutto in alcuni momenti di sconforto.
Buona scelta! Fatemi sapere come andrà la vostra prima categoria.. Io intanto mi preparo con la seconda: i libri!