mercoledì 4 dicembre 2019

Lettera a un secondo genito: quarto anno


Caro Puffetto.. auguriiii!!! E siamo a 4!

Quattro anni di te, che fai strasbordare dal mio cuore ondate d’amore ogni volta che ti guardo..

Quest’anno ho anticipato la tua festa. Ho voluto fare le cose per bene, con una saletta, tanti amici, la festa a tema Uomo Ragno che ti piace tanto. Ho organizzato giochi per intrattenervi  tutti, fatto la torta e tante decorazioni. E tu sei stato felicissimo.

Come sei ora? Hai iniziato a parlare molto di più, si capisce quello che dici finalmente, anche se ancora storpi parecchie parole.. Sono orgogliosa di te, dei tuoi progressi.

Ora sai scrivere il tuo nome e sei bravissimo a giocare con tuo fratello a Mario Kart con la wii.

Sei super coccolone. Alla mattina vuoi la tua dose di coccole al buio sul divano dove ti rannicchi addosso a me come un cucciolino.

Ti vedo sempre piccolo, un topolino da abbracciare e proteggere.. e forse tu un po’ ci giochi.

Sei però molto sveglio, a volte vuoi essere piccolo così da essere scusato se non fai certe cose in casa, altre vorresti già essere grande per andare alle elementari, tanto che quando tuo fratello fa i compiti anche tu vuoi farli e ti metti a colorare stampe su stampe. E devo dire che nel coprire gli spazi bianchi e a stare nei bordi sei più bravo di tuo fratello!!

Quando ti sgrido sembri quasi indifferente.. quasi sempre.. poi c’è la volta che sembra che la cosa ti colpisca così dolorosamente che scoppi in un pianto disperato coprendoti gli occhi che mi distruggi il cuore..

Ti amo visceralmente e non mi stancherei mai di sbaciucchiarti e abbracciarti.

Buon compleanno puffetto del mio cuore. Sono convinta che questo nuovo anno di vita ti porterà tante cose belle. O almeno io mi impegnerò perché ciò avvenga…

mercoledì 23 ottobre 2019

Buon compleanno? a me


Oggi compio 35 anni.

Odio compiere gli anni. E non perché ho un anno in più o i primi capelli bianchi..ma perché immancabilmente tiro le somme e mi trovo costretta a affrontare tutto quello che non sono ma che vorrei essere, tutto quello che vorrei e che non ho.

Capita anche a voi? Roba da deprimersi..

Negli ultimi otto mesi ho dovuto affrontare molto dolore e parecchie preoccupazioni..

Quello che ormai viene definito “il male del secolo” ha invaso la mia vita, portandosi via in brevissimo tempo il mio ex capo, un gran signore, che mi ha insegnato tanto e mi ha sempre trattato come una figlia.

E poi la mia dolce nonnina, che amo tantissimo, così sprint e saggia..

E poi.. la nonna creativa, che ci ha combattuto e sembra ne sia uscita vincente..

E per finire il bimbo caduto dalla scale a scuola, morto proprio ieri.. figlio unico di un collega di Mister Play Soccer.. quanto ho sentito parlare di quel bambino..

Ora più che mai stringo a me i miei mostrilli, consapevole del dono ricevuto e di quanto poco ci voglia per perderlo..


Oggi compio 35 anni.. e da quest’ultimo anno ne esco parecchio ammaccata..

Ringrazio per gli auguri, ma quello che auguro veramente a me stessa è ritrovare il bandolo della matassa che è ora la mia vita.. perché non so più cosa voglio e chi sia veramente questa trentacinquenne che mi fissa severa dallo specchio.

Aspetto fiduciosa un segno...

giovedì 9 maggio 2019

Prima categoria: svuotiamo l'armadio dei vestiti


Iniziamo quindi con il primo passo verso il riordino definitivo.
Il metodo di Marie Kondo si basa sul sistemare tutto ciò che abbiano dividendolo in maxi categorie.
La prima di queste è il vestiario. Il tuo. Non quello del marito, dei figli, delle barbie, della zia. Solo il vostro . Perché questa cosa del voler tutto in ordine, almeno all’inizio, è un affare solo vostro.
Caratteristica principale di questo metodo è che, quando iniziate una categoria, in questo caso, appunto, il vestiario, dovete radunare in un unico punto TUTTO quello che avete . E quando Marie dice tutto, si intende proprio tutto. Quindi dovete aprire gli armadi, portare in casa gli scatoloni nascosti in soffitta, cantina, box, aprire i sacchi sottovuoto e buttare tutto sul letto (o sul divano o su dove siete più comode basta che sia tutto nella stessa stanza). Tutto, di qualsiasi stagione.
Spremete le meningi, non dimenticate nulla perché poi, ci sono passata, scoprire di aver dimenticato qualcosa a fine processo di riordino di quella categoria fa venire un nervoso incredibile e viene voglia di gettare tutto quello che hai trovato in un secondo tempo direttamente giù da balcone.
Lo so, il pensiero fa tremare le ginocchia. Perché più tirate fuori roba e più vi rendete conto che avete una montagna di vestiti, pantaloni, gonne, giacche, cappottini, canotte, e viacosì..
Io sono sempre stata convinta di “non avere nulla da mettermi” e ho indossato sempre le stesse cose per anni. Più però svuoti di botto l’armadio più ti rendi conto che potresti essere soprannominata “la Ferragni dei poveri”.
Una volta che questa montagna di roba è davanti a voi e dalla cima vi sembra di sentire la voce di Messner dire “Altissima purissima levissima”, potete procedere alla cernita.
La Kondo suggerisce di prendere in mano ogni singolo capo, stringerlo al petto e sentire se vi da gioia. Se vela da: tenere. Se non trasmette nulla: eliminare
Se si affronta con lo stato mentale giusto questo metodo, vedrete che sarà tutto molto semplice.
Tante di quelle vlogger che hanno criticato il metodo ridono al pensiero di oggetti che stretti al petto danno gioia o no.
In realtà è tutto meno teatrale di quel che sembra.
Non è che stringendo un oggetto al petto verrete illuminate da una luce mistica che vi farà capire che dovete tenerlo. Non sentirete un profumo di fiori improvviso, ne l’ebrezza di qualche sostanza stupefacente.
Semplicemente così facendo vi prenderete DEFINITIVAMENTE qualche secondo solo per quel capo per deciderne sorte.
Per molti oggetti non ci sarà assolutamente bisogno di stringerli al petto, ecc.  Solo prendendoli in mano, da soli, senza altri attorno, capirete il loro destino.
Tutto a un tratto si formerà una seconda montagna formata da tutti quei capi chiamati “lotengoperquandodimagrisco”, “potreiriutilizzarloquandoverròinvitataallaseratadeglioscar” “questoèadattoperuncolloquioconilpapa”, uniti a tutti quei capi che, obbiettivamente, tenevate per ricordo o per chissà che ragione, ma che, a pensarci qualche secondo in più, non metterete mai  più perchè non è più l’età, il periodo storico, o altri mille motivi.
Ho due ante di un armadio non tanto grosso. E ho eliminato 4 sacchi neri di vestiti. QUATTRO!!
Vi assicuro che è una montagna di roba.

Molte cose le ho riprovate per evitare ancora l’errore di tenerle per qualche “ma chissà un giorno”. Provavo e eliminavo.
Perchè se un giorno dimagrirai, sapendo esattamente cosa hai nell’armadio, andrai a comprare solo quel che ti serve e che veramente ti sta bene e è adatto alla tua età.
Se dovrai veramente andare a colloquio con il papa sarà l’occasione per acquistare qualcosa che rispecchi in toto i tuoi gusti in quel momento. E tutto questo ti porterà solo gioia.
Per facilitarvi in questa cernita si può dividere la maxi categoria “vestiario” in sotto categorie: gonne e pantaloni, magliette, intimo, ecc.
Così facendo ho scoperto di avere un quantitativo di t shirt nere da fare invidia a cat woman..
Quando finalmente si arriva alla fine di questa cernita la Kondo suggerisce vari modi per sistemare il tutto nei cassetti e sui ripiani. Un metodo tutto particolare per ripiegare e occupare meno spazio avendo bene in vista tutto quel che si ha. Niente è sovrapposto e schiacciato, tutto è affiancato.
Anche in questo caso sembra che la roba così piegata verrà poi tirata fuori tutta spiegazzata e invece per mia esperienza non è così. Provare per credere.






E FINITA LA CERNITA?
Ma cosa fare di tutto quel che si è eliminato? Nel libro si parla di gettare (anche se in realtà è una traduzione errata, si deve interpretare come “dare via”)
Ma in che modo? Non è un problema della Kondo. Su questo non aiuta. Ma alcuni suggerimenti li da e alla fine, almeno su questo, non ci vuole grande inventiva.
In ogni città ci sono centri Caritas e Cav per dare le cose in beneficienza, o, mercatini dell’usato per poter ricavare qualcosa dalla loro vendita.
Il mio consiglio è di liberarsene in fretta. Un pensiero in meno, un ingombro in meno in giro per casa, nessuna possibilità di ripensamenti.
Ho cercato di fare foto di un prima e dopo del lavoro fatto nel mio armadio..
Ammetto che non sono di gran qualità, ma inizialmente dovevano essere foto a uso strettamente personale, per non perdermi d’animo in questo percorso.
Fatele. Servono. Soprattutto in alcuni momenti di sconforto.

Buona scelta! Fatemi sapere come andrà la vostra prima categoria.. Io intanto mi preparo con la seconda: i libri!




giovedì 25 aprile 2019

Il magico potere del riordino: quando fai entrare incasa Marie Kondo


Vorrei fare outing.. sono disordinata.. tanto.. e sono accumulatrice.. odio gli sprechi quindi ho sempre vissuto con la frase in bocca “potrebbe servire”. Niente si butta, tutto si conserva, o ricicla o bo..
Che se da una parte potrebbe sembrare un approccio lodevole all’anticonsumismo, dall’altra ha portato armadi, box e cantina di casa nostra a traboccare di oggetti.
Che se inizialmente ha portato “solo” a discussioni con il marito, nell’ultimo anno ha portato me stessa a sentire una sempre più pressante sensazione di oppressione e mancanza di aria e di felicità.
Sarà che finalmente sono un po’più  serena in ambito lavorativo.. serena ma non appagata visto che ho dovuto rinunciare al lavoro dei miei sogni e non ho ancora tra le mani una soluzione definitiva che mi faccia stare bene e tranquilla in modo definitivo.. sarà che sono stanca sia delle continue discussioni con il marito sia di dover passare il tempo che ho a casa in ferie a sistemare e sistemare per poi ritornare alla stessa situazione dopo poche settimane.. ho deciso di prendere di petto tutta la situazione e trasformare la mia casa in un ambiente sereno e ordinato, dove poter passare più tempo con i bimbi senza il pensiero delle cose da fare.
Ho provato vari metodi. Quello più infruttuoso di tutti, mettere in ordine a caso, buttare a caso, poi il metodo Flay Lady, troppi passaggi da seguire, troppe regole, troppe mail da seguire.
Poi mi sono imbattuta in Marie Kondo.
Se ne è parlato tanto ultimamente.. Forse anche grazie a Netflix che ha trasmesso una miniserie con lei che l’ha fatta conoscere al grande pubblico.
Se ne è parlato a sproposito. Blogger e youtuber hanno scritto e fatto video criticando il metodo, prendendo in giro questa simpatica giapponesina “fissata” con l’ordine. Peccato che, per loro stessa ammissione, non abbiano fatto la fatica di leggere per intero neppure il primo libro.
Mi spiace ma in questo caso per capire veramente la filosofia della Kondo dovete leggerlo tutto, dal “per iniziare” alle conclusioni.
Ho letto il primo libro “Il magico potere del riordino” quasi 4 anni fa.. prima del trasloco.. Ma non era il momento, non avevo la condizione mentale di prendere la cosa sul serio..
Poi un anno fa, forse proprio complice il desiderio di rimettere ordine in una vita un po’ frastornata, ho riletto il libro e da qualche mese sto applicando alla lettera il metodo Konmari.
E devo ammettere… con successo.
Quindi mi sono detta. Visto che, se preso con serietà e senza pregiudizi, mi sta veramente aiutando ad avere un approccio diverso e più costruttivo con le cose attorno a me, perché non dare una testimonianza vera di questo percorso?
 E quindi eccomi qui. Post dopo post dimostrerò cosa succede in una casa dove regna il caos se ci si fa pervadere dalla filosofia “konmariniana”. Stay tuned!